Days turned into years

10:01:00

Oggi ho iniziato il mio ultimo primo giorno di Università a Roma 3 ( specifico l'ateneo perché volente o nolente questi tre anni sono stati soltanto anni di passaggio prima di arrivare al mio obiettivo finale), e mi sono sentita quasi in dovere di fermarmi a riflettere, mi sono sentita in dovere di fare il punto della situazione. Le cose sono cambiate in una maniera spropositata, ma il cambiamento più spaventoso è quello che ho vissuto io. Parliamoci chiaro, due anni fa ero una bambina, impacciata, insicura, e vulnerabile, ricordo che la prima volta che misi piede nell'Università mi accompagnò mio padre, era il giorno del test di ammissione e tutto mi affascinò, mi conquistò, volevo assolutamente far parte di quel mondo. Eppure la convinzione non servì a molto quando entrai nell'edificio per la mia prima lezione, ero terrorizzata e mi sentivo davvero piccolissima, avevo costantemente bisogno della conferma di qualcun altro perché da sola non sapevo muovermi, mi guardavo allo specchio ed ero una bambina, non mi sentivo più così pronta, eppure posso affermare di essermela cavata più che egregiamente e di aver portato a casa ottimi - e sudatissimi - risultati. Inizialmente mi veniva davvero molto facile studiare, seguire le lezioni, dare gli esami, forse è per questo che l'anno successivo presa dalla troppa stima di me stessa non riuscii a dare che un esame in un intero semestre. Come mi fece sentire questo? Un fallimento. Dopo la sessione disastrosa di gennaio-febbraio non frequentai più, mi chiusi letteralmente dentro le mie quattro mura domestiche, che divennero una specie di coperta di Linus, per me. Non uscivo neppure con il mio fidanzato, e non mi interessava di mettere a repentaglio tutto ciò che avevo costruito, università, amore, amicizia, tutto ciò che mi interessava era il mio dolore,il mio fallimento. Iniziai a mangiare con il solo scopo di farmi del male. Al tempo stesso, controvoglia, iniziai anche a studiare per gli esami di giugno. Siamo una famiglia molto unita, alle cene comandate siamo 50 di solito, bis nonni, nonni, zii, prozii e un mare di cugini. Quel giorno non lo scorderò mai. Non ce lo aspettavamo, non così presto. Tornavamo dalla partita di calcio di mio fratello e decidemmo di andare a salutare nonno ( il palazzo dove abitiamo si trova di fronte casa sua - in effetti fu lui a costruirlo anni fa), vedemmo mia cugina correre dentro al cancello con in mano il bentelan " non riesce a respirare". Non penso di aver mai avuto così freddo in vita mia. Ho iniziato a prendere peso, in maniera smisurata. Mi sono buttata a capofitto sullo studio, e più studiavo, più mangiavo. Ho preso 12 kg in 6 mesi. E poi è andata meglio. Sono riuscita a dare tutti gli esami e a recuperare le mie lacune. Spesso dopo aver visto i risultati di un determinato esame pensavo tra me e me " Finalmente vedo la luce alla fine del tunnel" , e iniziavo a pensare che forse valevo qualcosa. Dopo essermi concentrata sul riprendere il lato " lavorativo " della mia vita, ho riprovato l'emozione di andare al mare, a cena fuori, a prendere un aperitivo con il mio ragazzo. E stavo meglio. Ho avuto anche la possibilità di stare 10 giorni lontana dalla routine partendo con la mia famiglia. Quando sono tornata, dopo la sessione autunnale, mi sono guardata allo specchio e mi sentivo una donna. Forte, indipendente, cinica, determinata e soprattutto inarrestabile. Poco alla volta ho iniziato a prendere in mano anche gli aspetti - diciamo così- secondari che per troppo tempo avevo ignorato. 
Dall'otto settembre sono in cura da una nutrizionista, come dico sempre " non avrei scommesso neanche un euro sulla mia costanza" e infatti la più stupita sono proprio io, la costanza, la dedizione e la forza di spirito che sto impiegando in questo progetto mi stupisce e mi rende fiera di me. Sono cambiata, ora so controllarmi e se sto male il cibo è il mio ultimo pensiero. Guardo indietro alla nutella, ai cereali al cioccolato, alle merendine e ho la nausea a pensare che ero io, proprio io, che mi cibavo di quelle cose così dannose per il mio organismo. E sono cambiata, e sono diventata una donna. Non ho più paura, ora, di prendermi le mie responsabilità, di stare sola, di affrontare dei dolori o delle difficoltà. E sono qui, all'ultimo anno di questo importantissimo percorso, e non potrei essere più fiera della persona che sono diventata, ambiziosa, partecipe, generosa, con un sorriso per tutti e che rinuncerebbe a tutto tranne che alla sua dignità e al suo amor proprio. La strada è ancora lunga, per me, ma avere un obiettivo rende ogni ciottolo della strada che costruirò, chiaro e definito. Non vedo l'ora di percorrerla, quella strada. @Unstoppable










































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