Let her go
23:58:00Ero in macchina e stavo tornando dal fisioterapista - certo, anche il fisioterapista, ho soltanto due vertebre del collo bloccate, una costola incrinata e un dislivello del bacino - quando la radio ha iniziato a suonare let her go, una canzone dei Passengers che mi ĆØ piaciuta sin dalla prima volta che l'ho ascoltata.
Sono un'amante della lingua inglese - come penso oramai abbiate capito - e ho cominciato a capire quanto quelle parole riflettessero un momento particolare della mia vita.
Fino a pochi anni fa ogni attimo della mia esistenza ĆØ stato definito da una caratteristica particolare, una parola che dalla mia bocca ĆØ sempre uscita con tono dispregiativo ma che purtroppo non sapevo come evitare: rimpianto.
And you only need the light when is burning low, only miss the sun when it starts to snow - quante volte mi ĆØ capitato, in estate, di sperare ardentemente nel ritrovarmi proiettata in inverno per evitare il sole, il sudore, il mare; altrettante volte mi ĆØ capitato in inverno di desiderare il sole caldo sulla pelle, una bella abbronzatura e l'acqua salata del mare.
Only know you've been high when you're feeling low - ricordo dei momenti della mia vita in cui ero al massimo del soddisfacimento delle aspettative che mi ero prefissata, eppure non erano mai abbastanza, o almeno non lo sono state finché non mi sono trovata catapultata in una realtà di fallimenti. E allora ho capito. Ho capito il significato di quelle piccole vittorie personali che sommate avrebbero dovuto alimentare il fuoco della soddisfazione e dell'autostima invece che farmi desiderare il massimo, che ahimè, mi ha solo portato ad avere il minimo.
Only hate the road when you'r missing home - quei viaggi che sembrava non arrivassero mai e poi una volta in viaggio sembrava non finissero più, e iniziavano a mancarmi i confort della mia casa, le persone a me care, le mie abitudini, la mia routine. Sembra sciocco ma è esattamente questo che crea una vita insoddisfacente, sempre alla ricerca di quello che non c'è, sempre in preda all'eccitazione di ottenere qualcosa e all'insoddisfazione che si prova quando - una volta ottenuto quel qualcosa - rimpiangiamo ciò che avevamo prima, che sia la situazione, la persona, il luogo.
Ascoltando questa canzone, oggi in macchina, sono arrivata ad una conclusione importantissima: qualcosa ĆØ cambiato. Devo essere cresciuta, maturata, devo aver capito.
Capito che è importante gioire di ogni istante che ci troviamo a vivere, perché non tornerà . Capito che è importante sorridere sempre alle persone che abbiamo attorno a noi, chissà se mai le rivedremo. Capito che bisogna sfruttare ogni momento disponibile per ricordare alle persone che amiamo quanto le amiamo, prima che sia troppo tardi. Capito che l'estate è bellissima, e anche l'inverno, l'autunno e la primavera lo sono e che non devo desiderare una stagione piuttosto che un'altra perché l'ordine delle cose vuole che ognuno segua l'altra in un piacevolissimo circolo vizioso, e questo vale per tutti gli aspetti della nostra vita. Capito che se stiamo vivendo un momento o una situazione particolare, a prescindere che l'abbiamo scelta noi, che sia capitata o che sia stata desiderata, non bisogna sperare in altro perché se in quel determinato momento la situazione è quella un motivo ci sarà e la cosa giusta da fare è godersela fino all'ultimo secondo disponibile, non ritornerà .
One day we'll look back with no regrets.
@Unstoppable
1 commenti
Oh mamma, hai fatto un incidente? :-( Mi dispiace tanto!
RispondiEliminaDi rimpianti ne ho tanti, ma hanno reso la mia vita migliore... so dove non devo più sbagliare!